Recensioni » The Legend of Zelda: Twilight Princess

 

Data di uscita: Giappone 2/12/06 - America 19/11/06 - Europa 7/12/06
Sviluppatore: Nintendo
Giocatori: 1
Autore della recensione: Carlo Terzano, del sito Mario & Yoshi's Friends
Versione del gioco: europea

Si alzi il sipario
Dopo una settimana intensa di gioco, è venuto ora il momento di tirare le somme di quanto visto e tastato con mano. In realtà The Legend Of Zelda Twilight Princess è talmente vasto e importante che avrei voluto posticipare ancora di qualche giorno la stesura della recensione, ma domani è il primo dicembre e l'articolo deve assolutamente accompagnare l'uscita del nostro nuovo numero.
Non scherzo, ma queste prime righe vengono battute con la mano tremolante e le lacrime agli occhi e questo perché, mentre penso ciò che voglio dirvi, mi tornano alla mente i quattro anni passati aspettando il degno erede di Ocarina of Time. Mi tornano alla memoria gli esaltanti video losangelini, le emozioni provate quando a Milano abbiamo avuto modo di testare con mano la demo presentata qualche giorno prima all'E3, le cocenti delusioni ogniqualvolta qualche comunicato stampa ufficiale ne annunciava la posticipazione della data d'uscita.
Quattro anni di aspettative non si possono cancellare con un colpo di spugna, né leggendo la recensione che vi sto preparando, ancor meno buttandosi a capofitto sulla pagella che riassume con un unico, misero, numero il giudizio globale. No, quattro anni di attesa magica e puerile devono essere assaporati con cura anche durante le prime ore di gioco, mentre con l'occhio lucido si valutano le novità introdotte da Nintendo e con la mente si tenta di carpire i numerosi richiami all'illustre predecessore.
Il fatto che Twilight Princess si presenti come il naturale erede di Ocarina of Time non può che rimandarmi a quel magico Dicembre '98, quando ancora ero un lettore che, come voi, leggeva con avida curiosità le recensioni scritte dagli altri. Ricordo la monumentale review di Mega Console, ricordo i pareri entusiastici del giornalista, ricordo l'incontenibile voglia di correre fuori per andare ad acquistarlo. Ne è passata d'acqua sotto i ponti, eppure oggi come allora, anche se non più nelle vesti di lettore ma in quelle ben più scomode (dico davvero) di recensore, mi sento emozionato ed affannato come un bimbo la mattina di Natale.
Questa lunga introduzione serve solo per ricordarvi di non trangugiare come forsennati l'articolo che andrete a leggere solo per avere la conferma di quello che già avete in mente, ma di leggere con calma e con spirito poetico le righe che seguiranno, perché Zelda lo merita. Tranquilli, non farò volutamente alcun riferimento alla trama, dunque non abbiate paura di rovinarvi la suspence continuando a leggere.

Di nuovo a casa
Il nostro nuovo sito non poteva essere inaugurato in modo migliore, con la recensione di un vero capolavoro. Sì, perché Twilight Princess non ha deluso minimamente le aspettative e si può definire come l'unico erede di Ocarina of Time. Non chiedetemi però di definire meglio la questione: tentare di chiarire infatti se sia meglio del suo predecessore è quasi impossibile e ci farebbe ingarbugliare soltanto in ostiche ed inconcludenti disquisizioni filosofiche. E' infatti innegabile che dal punto di vista del concept questo nuovo capitolo migliori nettamente quanto visto fin'ora, ma ciò è naturale, visto che in fondo sono anche passati otto anni dall'ultima capatina fatta in Hyrule. Tutto parte proprio da Ocarina of Time ed è stato studiato non tanto per bissare il capolavoro, quanto per continuarne il sapore. Più che un titolo nuovo, insomma, Twilight Princess va assaporato come un'evoluzione di un qualcosa ormai vecchio e questo lo si avverte soprattutto nel fatto che chi ha giocato al predecessore non subirà lo stesso impatto con le novità del gameplay che si aveva invece avuto otto anni fa.
La leggenda, questa volta, ha inizio in un modesto e sperduto villaggio di pastori montanari: il nostro giovane Link, ancora ignaro d'aver la stoffa dell'eroe, è un mite pastorello benvenuto dalla piccola comunità che l'ha accolto in fasce orfano anni or sono. Il paesello è rimasto pressoché immutato rispetto alla demo che avevamo avuto modo di giocare da Nintendo Italia nel 2005 e, alla stregua del villaggio Kokiri di OoT, servirà soprattutto per mettere le mani sulle prime armi (un misero spadone in legno), sui primi item (la lanterna) e sulle prime rupie (la moneta del luogo).
Le poche case poste a ridosso delle montagne e lungo la costa di un laghetto ospitano i primi, bizzarri, abitanti di Hyrule. Com'è classico della serie, ogni personaggio è stato caratterizzato in modo unico e sorprendente e questa volta il lavoro ha raggiunto vette mai toccate prima grazie soprattutto ad una cura grafica davvero sorprendente. I primi dialoghi serviranno così per immergerci al meglio nell'atmosfera di questa nuova Hyrule, tanto simile a quella esplorata in Ocarina of Time ma anche così profondamente diversa. Ed è proprio nei dialoghi che si scopre che, come da tradizione, questi non sono stati doppiati ma vengono unicamente introdotti da un ghigno, da un verso che possa esprimere al meglio il carattere del personaggio non giocante con il quale ci stiamo intrattenendo, proprio come accadeva in Majora's Mask o in Wind Waker. La scelta di non doppiare i simpatici abitanti è una scelta stilistica di Nintendo che corrisponde anche a funzionalità ben precise (ogni personaggio, infatti, dovrebbe avere la voce di un doppiatore diverso...), ma oramai fa storcere il naso che giochi tanto curati dal punto di vista grafico, zoppichino in modo così evidente sul fronte del sonoro. Messa da parte, almeno per ora, questo appunto, andiamo avanti. Le prime ore di gioco vi serviranno infatti anche prendere dimestichezza con i comandi del vostro bel destriero (sarebbe Epona, ma voi potrete dargli il nome che volete...) e per affrontare un piccolo mini-dungeon utile per capire al meglio come funziona il sistema di combattimento senza doversi per forza leggere il libretto delle istruzioni
Terminata la fase iniziale, arriveremo finalmente nelle vaste praterie di Hyrule e lì, proprio come accadeva in Ocarina of Time, avrà inizio il gioco vero e proprio. Con la conseguente esplorazione di un mondo incredibilmente vasto. Possiamo già anticiparvi che per quanto diverse locazioni tornino alla ribalta direttamente dal predecessore per Nintendo 64, la topografia dei luoghi è stata interamente rivista, anche alla luce delle potenzialità del Game Cube e del Wii.

Quasi tutto come allora!
Il mondo di Link e Zelda è rimasto pressappoco identico a come ce lo ricordavamo, anzi, se è possibile, è persino migliorato. Ecco quindi che le due Hyrule, quella solare e florida e quella tormentata dalle nebbie del crepuscolo, offrono ore ed ore di sola esplorazione libera, slacciata da qualsiasi obbiettivo o dal raggiungimento di chissà quale scopo. Sì, perché Zelda è soprattutto questo: essere immersi in un mondo maestoso e perfettamente credibile che spinge qualsiasi giocatore ad avventurarsi lungo le sue praterie, i ripidi pendii montani, le profondità marine o le torbide acque palustri solo per vedere quali bellezze riserva quest'incredibile regno. Naturalmente neppure le fasi esplorative sono state lasciate fine a sé stesse visto che accantonare momentaneamente la storia può significare imbattersi in scrigni preziosi che, nella migliore delle ipotesi, si traducono anche in un frammento di cuore (alias un aumento della barra vitale). Anche le varie sotto-quest che vi affideranno i buffi personaggi che incontrerete lungo la strada non vi faranno perdere del tempo inutilmente ma vi frutteranno puntualmente qualche prezioso bottino. Oggi come allora, inoltre, il tempo scorre in maniera credibile, in quel di Hyrule e così giorno e notte si alternano aritmicamente, segnando in modo drastico gli incontri che potremo fare avventurandoci oltre le mura cittadine. Purtroppo i vari cittadini non cambiano attività a seconda della fase della giornata, come accadeva in Zelda Majora's Mask, ma ciò non vuol comunque dire che una locazione, visitata di giorno o nottetempo, non riservi delle sorprese!
Tornano, infine, i mitici sotterranei, davvero molto simili a quelli visitati in Ocarina of Time. Al contrario dei mini-dungeons di Wind Waker, infatti, queste sessioni si rivelano particolarmente lunghe ed impegnative e sono caratterizzate da tutta una sequela di enigmi che solitamente andranno risolti utilizzando l'ultimo oggetto ritrovato. Boss e mini-boss, inoltre, offriranno una sfida aggiuntiva. Proprio lo scorso mese vi avevamo parlato del Goron malefico da affrontare a testa in giù con ai piedi gli stivali magnetici o del colosso lavico che tenterà di frustarci a suon di catene. Sono solo due dei tanti energumeni mostruosi che vi attenderanno in questa nuova avventura. Ma di loro non dovrete mai aver paura perché basterà il cervello e un po' di tempismo nei movimenti per far sì che entrino presto a far parte della storia passata.

Il Wii Pad più veloce del West!
Ma la vera novità, almeno per quanto riguarda questa versione Wii, dovrebbe rispondere al nome di "sistema di controllo". Zelda Twilight Princess per la nuova console Nintendo sfrutta infatti appieno le bizzarre specifiche del Wii Remote e questo vuole quindi dire che i comandi del personaggio sono sensibili al movimento del nostro braccio e del nostro polso.
Tutto questo torna utile soprattutto nelle fasi di combattimento, dove un movimento in avanti del nostro braccio, può essere letto come un affondo. Con il grilletto Z sarà poi possibile localizzare nemici e semplici personaggi non giocanti in modo da attaccarli o interagire con loro rimanendo a debita distanza. Ma è proprio la pressione del tasto Z ad entrare più volte in gioco visto che serve per orientare la già ottima telecamera visuale, ponendola alle spalle del nostro eroe e, nelle fasi della pugna, anche ad alzare lo scudo. Essenziale se non si vuole venire infilzati dagli sgherri del male. Infine abbiamo la croce direzionale, che ricoprirà le funzioni che, negli altri tre zelda tridimensionali, sono state affidate ai tasti/stick C: ad ogni direzione sarà infatti possibile abbinare la scelta rapida di un oggetto.
Saltando le funzionalità degli altri tasti, è innegabile che il Wii Remote si faccia soprattutto apprezzare con le armi da lancio, quali l'arco ed il boomerang. Pad alla mano occorrono infatti pochi secondi per mirare, puntare e far fuoco, trasformando queste fasi in divertenti e frenetiche sessioni FPS che aprono la strada a sessioni del tutto nuove nel mondo di Zelda. Grazie al pad e a questo innovativo sistema di controllo sarà anche possibile vivere in modo più appassionato gli scontri a cavallo, quando cioè saremo nella condizione di dover controllare sia i movimenti della nostra puledrina, sia quelli dei nemici per tentare di sforacchiarli a suon di frecce.
Ma è nel minigioco della pesca che il Wiimote dà il meglio di sé. Se Nintendo voleva infatti ricreare una sessione ittica che superasse in profondità quella già apprezzata in Ocarina of Time, possiamo affermare senza alcun timore di smentita che anche in questo caso la scommessa è stata vinta e stravinta. Sia che giochiate alla versione Wii, sia che giochiate a quella Game Cube, infatti, le ore passate tranquillamente a pescare sapranno intrattenervi a lungo senza mai annoiarvi. E' però con i controlli remoti del Wii che si leggono le potenzialità della nuova console Nintendo: per pescare, infatti, dovrete emulare tutte le azioni compiute da ogni buon pescatore. Si tira il braccio dietro alla spalla per accumulare energia, quindi, con uno scatto, lo si riporta davanti a sé per vedere la lenza finire lontano in acqua. Si mulinella lo stick per recuperare il filo e, dulcis in fundo, si tiene il pad tesato di fronte ai propri occhi per evitare che il pescione che ha appena abboccato sfugga via. Insomma, vi sembrerà di avere per le mani una canna vera tanto è particolareggiata e curata questa sessione!

La principessa zecca...
Quando Link sarà lupacchiotto, verrà invece spogliato di tutte le sue armi ma potrà contare su tutta una lunga serie di poteri certamente non secondari, quali, ad esempio, il super olfatto, l'ululato e la possibilità di scavare nel terreno alla ricerca di tesori sepolti.
>Il primo tornerà utile, lo abbiamo detto già più volte nel corso delle numerose anteprime, per scorgere tracce altrimenti invisibili all'attento occhio di Link nelle sue forme umane. Sarà proprio con questa specie di "Lente della verità" (ricordate Ocarina?) che il nostro eroe potrà trovare indizi odorosi che ha lasciato qualche personaggio importante, ma non solo, perché con i suoi sensi affinati Link riuscirà anche a vedere le anime di quelli che un tempo abitavano Hyrule e che ora sono rimasti intrappolati nella maledizione sottoforma di evanescenti presenze. Scavare serve invece per cercare oggetti e denari nascosti, non pensate però di dover procedere alla cieca: per andare a colpo sicuro basterà infatti attivare per tempo i sensi sviluppati del nostro eroe quattrozampe e le zone sensibili verranno subito evidenziate sullo schermo. Infine, ululare servirà per richiamare il nostro amico rapace, un'aquila maestosa che fungerà, alla stregua del gufo in OoT da teletrasporto, trasportandoci in men che non si dica in altre zone del regno senza obbligatoriamente perdere minuti preziosi per spostarci con i mezzi tradizionali. Viste le generose dimensioni di questa nuova Hyrule, avrete quindi modo di apprezzare anche l'utilità di questo simpatico pennuto.

Lo scorrere del tempo
Analizziamo, infine, il comparto tecnico. Graficamente non è facile esprimere un giudizio, specie se si sta analizzando la versione per Wii. L'intero motore è stato infatti studiato per reggere al meglio su Game Cube e, per quanto curato, il porting ha avuto comunque come conseguenze un gioco dotato di minor spettacolarità sulla nuova line up Nintendo. Anche sul vecchio Cubo, nonostante l'ottimo lavoro svolto, non si sarebbe toccata la perfezione visto che la definizione è comunque inferiore rispetto al miglior gioco di sempre (almeno dal pdv grafico): Resident Evil 4. Sono soprattutto i modelli poligonali, non tanto quelli dei nemici, quanto quelli dei personaggi non giocanti, a far storcere il naso, rivelando rifiniture di peggior pregio non in linea con la qualità globale del gioco. A voler fare i pignoli, e noi del Mario&Yoshi's friends –MAGAZINE- lo siamo eccome, anche la stessa vastissima Hyrule non riesce sempre ad essere all'altezza della sua fama, affiancando a scenari spettacolarmente evocativi altri più semplicistici e meno incredibili. Comunque sia, sono prevalentemente due le pecche più evidenti riscontrate in campo grafico: le animazioni dei personaggi non giocanti e la realizzazione degli alberi. Già, non chiedetemi perché ma una delle prime cose che ho notato giocando è che gli alberi sono fatti davvero male. Sono plasticosi, immobili, in una sola parola: finti. Tanto mi piacevano i bucolici pini delle praterie di Hyrule di OoT, quanto poco mi vanno a genio queste nodose querce dalle fronde tutte uguali e dalla corteccia rovinata da un'orribile texture a righe. Riguardo alle animazioni, invece, c'è poco da aggiungere: gli abitanti di Hyrule sono nuovamente afflitti da quella lombosciatalgia già vista in Ocarina of Time e Majora's Mask, che gli fa muovere in modo scomposto e legnoso. Tale difetto era stato addolcito dai tratti generosi e flosci del cell shading di Wind Waker, ma è tornato vistosamente alla ribalta ora che la grafica è quella di sempre. Per carità, è un neo trascurabile alla luce del fatto che i png saranno quasi 150 e che il titolo è stato pensato originariamente per una console di minor potenza, fatto sta che oggi sapori così amari non passano di certo inosservati se ad assaporarli è un palato esperto e pretenzioso.
L'aspetto sonoro regala invece le soddisfazioni di sempre pur peccando, come abbiamo già detto a inizio recensione, del parlato nelle fasi di dialogo. A voler essere pignoli potremmo anche dire che mancano i brani orchestrali che hanno invece esaltato epiche avventure per PlayStation e X-Box, ma il maestro Koji Kondo è, alla stregua dello stesso Miyamoto, un nostalgico e ha preferito dunque i cari vecchi campionamenti alle nuove possibilità offerte ora dalle console. Tutti i brani sono comunque epici e maestosi, alcuni provengono tanto da Ocarina of Time, quanto da Wind Waker, un paio derivano persino da A Link to the Past, ma sono tutti stati adeguatamente remixati per risultare all'orecchio freschi come una rosa!
I vari componimenti non mancheranno inoltre di esaltare alla perfezione le varie fasi di gioco, aderendo in maniera ottimale alle situazioni che affronterete. Ciò vuol dire che la musica incalzerà e si riempirà di pathos durante le battaglie, il ritmo si farà sincopato quando andrete al galoppo, le trombe della fanfara squilleranno gaudenti durante le vostre esplorazioni nelle giornate di sole.
Giocabilità e longevità non si commentano, giacché come accade spesso quando si parla di Zelda o di Mario, l'una completa l'altra. Parlando della prima potremo forse dire che Twilight Princess, non essendo nato su Wii, non esprime al meglio le potenzialità del Wii Remote, ma se poi si pensa a com'è facile e divertente combattere, andare a cavallo, mirare con archi, fionde e boomerang, o passare ore semplicemente pescando, allora si capisce quali incredibili porte nell'universo zeldiano siano già state aperte con questo formidabile sistema di controllo.
La longevità, infine, rappresenta probabilmente il parametro su cui Miyamoto ha voluto puntare maggiormente, dopo le critiche avute dall'utenza delusa da un Wind Waker troppo facile e banale. Solo l'esplorazione dei due regni potrebbe portare via almeno dieci ore, anche perché all'inizio sarete appiedati e le lunghe distanze richiedono decine di minuti per essere coperte. Inoltre, nella migliore tradizione zeldaresca, ogniqualvolta entrerete in possesso di un nuovo item farete bene a tornare in aree già visitate perché scoprirete che ora avrete accesso a passaggi e zone prima inaccessibili. Poi ci sono i dungeons, tutti gli oggetti da recuperare (tra cui spiccano i tantissimi frammenti di cuore), le sotto-quest da completare. I perfezionisti potrebbero persino cadere in catalessi davanti allo schermo e non riemergere per mesi, chi si accontenterà invece di finire "semplicemente" il gioco dovrà comunque mettere in conto che le prossime trenta ore dovranno essere dedicate ad una bionda fanciulla chiamata Zelda...

La leggenda continua...
Dopo quattro pagine e oltre 16.000 caratteri spesi nel tentativo di raccontare almeno un frammento di quella che è la magica vacanza nel mondo di Zelda, penso sia ora di tirare le conclusioni. Se mi avrete letto fin qui sarete ormai stanchi e vorrete sapere solamente se le promesse sono state mantenute, se avrete invece saltato a piè pari tutti i paragrafi che hanno preceduto questo verdetto sarete forse più confusi ma morirete comunque dalla voglia di scoprire le potenzialità di questo The Legend of Zelda - Twilight Princess.
Ebbene, sappiate che Nintendo ha dimostrato ancora una volta al mondo di essere una software house in grado di sfornare giochi da Oscar a comando, quasi a livello industriale. Aveva detto che Twilight Princess sarebbe stato il miglior Zelda mai fatto e così è stato, aveva detto che avrebbe superato anche Ocarina of Time e questo, in parte, è vero. Ocarina ha dalla sua l'elemento ha sorpresa, che nel 1998 lo ha aiutato ancora di più a posizionarsi nell'Olimpo videoludico. Oggi sono ben quattro gli Zelda in 3D che Nintendo ci ha regalato, quindi le innovazioni sono drasticamente diminuite. Se volete, potremmo dire che ormai ci abbiamo fatto l'occhio e da giocatori smaliziati non ci stupiamo più tanto facilmente come accadeva prima. Chi ha giocato al suo naturale ascendente di certo non si stupirà come un tempo, anzi, noterà una certa continuità nel gameplay. Se Ocarina prendeva da subito, Twilight Princess ha bisogno di più tempo per sorprendere alla pari del suo illustre predecessore, ma quando scocca la scintilla, allora sappiate che causerà anche una seria dipendenza. Avvisate parenti e amici che non vi cerchino per organizzare qualcosa nelle vacanze di Natale: sarete irrintracciabili!

TRAMA: 9,4
+ Storia avvincente raccontata con maestria.
- Chi ha già giocato ad Ocarina potrebbe fiutare in anticipo qualche sorpresa...

GRAFICA: 8,8
+ Aggiungete pure uno 0,8 per la versione GC.
- Ottima ma non al livello del maestoso RE4.

SONORO: 9,4
+ Ottime musiche ed effetti FX. Capolavoro!
- Manca il parlato...

GIOCABILITÀ: 9,8
+ Titolo saldo, incredibile dall'inizio alla fine.
- Il Wiimote torna utile soprattutto in certe fasi ma si dimentica in altre.

LONGEVITÀ: 9,8
+ Lo Zelda più lungo e impegnativo di sempre.
- A tratti la ricerca dei frammenti di cuore risulta persino frustrante...

GLOBALE: 9,4
In conclusione, The Legend of Zelda Twilight Princess non è solo uno dei migliori capitoli della saga, ma si conferma anche essere uno dei titoli più interessanti dell'attuale panorama videoludico. Le altre software house dovrebbero imparare da Nintendo, che ancora una volta ha dimostrato di saper tirar fuori dal cilindro capolavori ampiamente preannunciati. Twilight Princess è un titolo che non può e non deve mancare nella vostra ludoteca, sia che possediate un Game Cube, sia che vogliate acquistare un Wii. Entrambe le versioni sono caldamente consigliate, ovviamente noi preferiamo la seconda per l'originalità del sistema di controllo.